02 Febbraio

L'io e gli altri3/L'ambivalenza nei rapporti

Angri, sabato 23 gennaio 2016-01-20 

L’io e gli altri.3/ L’ambivalenza nei rapporti 

 Il tema dell’ambivalenza nei rapporti lo definirei in questo modo: ambi-valere è valere in (almeno) due modi – valere, aggiungo, secondo opposti. Dunque noi parliamo, spieghiamo una nostra sensibile modalità d’essere nei confronti del mondo e degli altri secondo questo antico modo di descrivere l’esistenza: quello degli opposti, anzitutto come contrari. 
Ricordo la definizione dei contrari: contrarie sono due proposizioni che possono essere entrambe false ma non possono essere entrambe vere. P. e. se dico: l’uomo è biondo di capelli – l’uomo è bruno di capelli, le due proposizioni non possono essere entrambe vere al tempo stesso, sebbene potrebbero essere entrambe false, nel caso in cui l’uomo abbia i capelli rossi. Allora i contrari si definiscono come ho detto: le proposizioni contrarie possono essere false entrambe ma se una è vera l’altra è falsa (possono essere entrambe false ma non possono essere entrambe vere). 
Come si applica questo principio della logica alla descrizione del mondo delle passioni e quindi dell’inconscio? Semplicemente, non si applica. Perché qui nel mondo delle emozioni o passioni quel che accade si descrive in un modo sorprendente. 
Così: ce lo dice un antico e sempre celeberrimo poeta, Catullo (versione Ceronetti, Einaudi 1972, LXXXV): 

“Odi et amo. quare id faciam, fortasse requiris. nescio, sed fieri sentio et excrucior” 
“Odio e amo. Come sia non so dire. Ma tu mi vedi qui crocifisso Al mio odio ed amore”. 

Certamente la poesia di Catullo, svolgendo il tema dell’amore, che è una passione, deve incontrare e descrivere questa difficoltà dell’anima umana. Ma la descrizione che incontriamo in Shakespeare è più idonea, forse: 

“Credo che ella sia onesta e credo che non sia”. (Shakespeare, Otello, Atto III) 

Perché tale descrizione di Shakespeare è più idonea? Perché l’ambivalenza degli affetti qui viene detta come se fosse una presenza, insieme, di contraddittori, non di contrari: ebbene, i contraddittori hanno una definizione molto più radicale dei contrari – si escludono a vicenda, sempre in modo che l’uno sia vero e l’altro falso. 

Ovvero: “Lei è onesta” e al tempo stesso “Lei non è onesta” sono due proposizioni contraddittorie. 
Essere onesto e non essere onesto, ovvero anche le passioni dell’amare e dell’odiare (non-amare) non possano essere insieme: o si ama o non si ama. O si è onesti o non lo si è. Invece i poeti ci stanno dicendo che le passioni, benché contraddittorie, sono o possono essere insieme, e riconosciamo che hanno ragione. 

Questa situazione della mente e dell'inconscio, per cui passioni contrastanti vi sono insieme presenti, è stato descritto nei termini della logica da Matte Blanco, quando ha scritto che l’inconscio è popolato da insiemi infiniti (dove ogni passione sarebbe un insieme);  le passioni dell’inconscio, diversamente che nella logica ordinaria, non solo possono coesistere, ma lo fanno, in alcuni casi lacerando l’uomo in modo che non sa più come vivere, dunque paralizzandone l’azione e lacerandolo. Quando, sempre dal punto di vista della spiegazione logica, ci troviamo di fronte a due posizioni o tesi che sono contraddittorie, e tuttavia coesistono in modo che affermare l’una sempre implichi anche l’altra, allora siamo nell’ambito del paradosso (falso-ragionamento; che tuttavia si presenta). Questo vale per i fondamenti delle matematiche (Gödel) ma i paradossi come nostra possibilità di descrizione dell’impossibile che accade sono sempre in agguato, si direbbe, più o meno in ogni campo, anche nella logica. Secondo la descrizione di Matte Blanco, ogni passione-insieme è virtualmente infinita, tendenzialmente occupante ogni spazio della mente; il fatto che, in certi casi, ne sentiamo due che convivono, in modo non certo tranquillo, o anche più, come reciprocamente escludentisi, come contraddittorie, vuol dire che le possiamo ospitare, ma a nostro danno e pregiudizio, nostro e degli altri. Si tratta delle psicosi, ma anche degli stati alterati di coscienza di uomini e donne "normali" ovvero sani di mente, che possono allora fare del male e farsene; se Catullo, “avendo” la sensibilità di un poeta, risolve in qualche modo la sua ambivalenza verso la sua Lesbia, Otello, che invece è un soldato piuttosto impreparato a questa lotta delle passioni, resta vittima dell’invidia di Jago e ucciderà Desdemona. Ma con l’ambivalenza affettiva dobbiamo fare i conti nella vita, siamo noi poeti o soldati, non solo in amore ma in ogni caso che riguardi affetti, passioni, emozioni e sentimenti, anche in casi molto meno pericolosi di questi.

Letto 1182 volte Ultima modifica il Lunedì, 05 Giugno 2017 14:38