28 Settembre

Appunti etici per chi lavora nella scuola del terzo millennio

I cittadini della città terrena sono dominati da una stolta cupidigia di
predominio che li induce a soggiogare gli altri; i cittadini della città
celeste si offrono l’uno all’altro con spirito di carità e rispettano

Agostino, De civitate Dei, XIV, 28.


Questo breve intervento, dopo quello del prof. Cerone su Cittadinanza e Costituzione, è di profilo etico-sociale, non politico o pedagogico (non immediatamente). Ma l’etica più che mai conosce oggi lo status della certezza, non la pretesa di verità: pertanto si avvisa il lettore che chi ha scritto lo ha fatto anzitutto per se stesso e per chiarire le idee quasi facendo il punto a se stesso e appare ovvio che si possa dissentire da quanto è scritto.

 


1.    Sulla scuola convergono fili tesi da ogni dove. Non cominciano nella scuola, non vi si concludono.
2.    La scuola viene bollata come inefficiente, come se non vi fossero numerosissime scuole efficienti.
3.    I lavoratori della scuola vengono accusati di inefficienza, sebbene sia evidente che molti sono esempi di professionalità.
4.    Ogni scuola a suo modo, ogni professionista secondo lo stile dell’uomo, ma la legge viene applicata,  il lavoro viene svolto.
5.    Spesso si ha la sensazione che la riprovazione sociale venga diretta, secondo un calcolo preciso, sulla scuola; oppure che venga amplificata e usata.
6.    Si esagera l’importanza della scuola oppure la si diminuisce, come conviene ad altri. 
7.    Tutto il parlare che se ne fa conferma, almeno, che la scuola ha importanza.
8.    La scuola è centrale nella società; la storia ha dato torto ai descolarizzatori come Illich, sebbene essi avessero ottime ragioni.
9.    Ma alcuni sindacati sono come i nuovi farisei: sono doppi e multipli. Dicono di volere la qualità dell’istruzione e invece difendono falsi privilegi. Dicono di difendere i diritti dei lavoratori – ma difendono la loro fetta di potere, scagliandosi lancia in resta in difesa di qualche  loro affiliato, contro gli altri sindacati e qualche loro affiliato. Poi, conclusa la vicenda particolare, intervengono di nuovo, con documenti ufficiali che contestano il torbido nelle operazioni che essi stessi hanno contribuito a inquinare. 
10.    Proprio nell’ambito della gestione statale e amministrativa ma anche dei privati aventi titolo a partecipare a concorsi e altre procedure si offre talvolta lo spettacolo del bellum omnium contra omnes, dove ognuno interviene con ogni mezzo, e l’immaginazione (perversa) è sovrana.
11.    Non è altro che il brulicare di una palude di minuscoli interessi contro piccolissimi interessi. È la società e non certo quel che Hegel chiamava lo stato.
12.    La scuola a volta scricchiola ma più spesso resiste bene. Dunque una tenuta c’è, v’è un margine di efficienza e di efficacia. 
13.    Molti nella scuola sanno che in tempi illeggibili, come è sempre il presente, la salvezza che si può ricercare è di tipo individuale. E l’umanità nulla di meglio ha saputo inventare, che la scuola. Si deve ribadire: pur criticandola, tutti sanno che la scuola è necessaria.
14.    Molto spesso gli insegnanti sono  bravi, come molto spesso s’incontrano buoni dirigenti, e uffici e collaboratori professionali.
15.    Non sei arrivato lontanissimo? Ma hai conquistato qualcosa. Il lavoro non è autonomo? Ma non hai nulla da temere, quando lavori bene. Hai margini di autonomia? Usala bene. Sei in posizioni sovraordinate? Usale per offrire servizio, per garantire tutti, per farli lavorare con serenità.
16.    Se lavori male, migliora il tuo lavoro. 
17.    Un rapporto di lavoro che non va? Prova a metterti al posto dell’altro.
18.    Non ascoltare chi ti loda: corri con il tuo giudizio, non con quello altrui. Piuttosto ascolta le critiche, ma sappi anche riconoscere da chi e perché vengono.
19.    Aspettati l’inaspettato. Le strade degli altri puoi prevederle solo in parte, e le vedi solo quando attraversano la tua.
20.    A chi si mette in mostra, toccano invidia e gelosia. Qualunque cosa faccia, con qualunque intenzione, lo sguardo degli altri ti segue, e la loro diversa, eterogenea intenzione.
21.    Nella scuola incontri persone notevoli; alcuni, ottimi organizzatori, soprattutto alcuni dirigenti, veri manager; altri, soprattutto professori, persone colte e capaci.
22.    Se sei una persona colta, nella scuola, mostralo come sa farlo una persona colta: con sobrietà. La scuola non è la televisione.
23.    Ma il sapere, che sia di un dirigente, di un professore o di un amministrativo, o di altro lavoratore della scuola, si traduce nella scuola sempre nel fare.
24.    Se sei un vero organizzatore, organizza soprattutto un ambiente dove si possa vivere bene insieme.
25.    Onore ai professori, se sono colti e sanno insegnare, e se insegnano anzitutto a vivere. Onore ai leader, se governano situazioni in cui si vive bene insieme. Onore a tutti quelli che sanno vivere e lavorare.
26.    Intorno a te, cerca sempre riferimenti positivi. Non chi sparla di altri e li mette in cattiva luce; non chi evita il lavoro. Non chi  recrimina e si lamenta. 
27.    Se puoi, rassicurali. Combatti in te l’amarezza e lo scoramento,  vengano essi dall’esterno o da te stesso.
28.    Ti accompagni la buona sorte nelle cose che fai, o, in assenza, l’atteggiamento positivo. Sei nella scuola: ricorda che è molto importante esservi. Nonostante quel che può sembrare, nonostante quel che dicono. Perciò sii presente in forza, in prudenza e in positività.
29.    Se poi ti scoprissi amaro e risentito senza speranza, cambia lavoro, se puoi, e appena puoi, oppure vattene al più presto. Questo lavoro è troppo importante per i giovani con cui ti trovi, e per gli altri.
30.    I giovani e gli altri a volte provocano? E tu perché ti senti provocato? Rispondi con equilibrio. A volte ti usano? E perché ti fai usare o ti senti usato? Non consentire. Si pongono sullo stesso tuo piano? Ma perché ti senti sullo stesso piano? Offri l’esempio di un piano diverso, per una impresa comune.
31.    Il piano della umanità è comune, siamo accomunati dallo stesso destino, giovani e adulti, dirigenti o no. Il piano dei ruoli è diverso.
32.    Ma guarda a chi è solido, teso allo scopo giusto. E guarda i tuoi scopi, che siano giusti. Troverai sempre te stesso, vedrai presto gli altri, sarai  visto, sarete riferimento a vicenda.
33.    E comunque troverai di tutto: la scuola come la società  è esempio di umanità, e anche la diversità ti appartiene.
34.    Finché esisti, tutto il negativo che si manifesta intorno ti appartiene, e ti ci devi misurare ogni giorno. Misurati e guarda con attenzione alla misura, senza lasciarti coinvolgere negli estremi, se non raramente, a buon fine.
35.    La scuola è origine, è gioventù, è positività della regola e del confronto.
36.    Dai mediocri aspettati il peggio ma guarda i migliori. Sappi comprendere i difetti degli altri, e sorridere, se e come hai appreso a essere indulgente – nel limite consentito – con i tuoi difetti.
37.    Ricorda sempre il primo giorno, quando sei entrato nel lavoro con entusiasmo. Ora sono passati tanti anni ma ogni giorno domandati: questo giorno somiglia al primo giorno? Nonostante la difficoltà, nonostante tutta l’esperienza del disincanto e il tempo trascorso, puoi rispondere di sì?
38.    Il proposito migliore è: l’ultimo giorno di servizio possa essere come il primo.      
 

Vallo della Lucania,  novembre-dicembre 2010

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