28 Dicembre

Sui significati comuni con cui gli uomini costruiscono il mondo.

Studio "Le stanze Ferdinando Fedele" di Nocera Inferiore 27 dicembre 2014 

Per la presentazione dei due testi di filosofia: 
Ontologia. Elenchi della terra e una specie di oceano (Marcus edizioni Napoli 2014) 
Eros e paradosso. Per un'etica delle passioni (Marcus edizioni Napoli 2014) 

Il pensiero occidentale come logos, inteso come razionalità assoluta, sembra avere influenzato il nostro (vincente) sapere scientifico in modo decisivo. Così la politica; e questa, come la scienza, ora asservite all’economia. Cosa di buono ce ne deriva? La ricchezza. 
Ma esiste anche una correlazione tra il pensiero cd. occidentale e la sapienza delle culture diverse? Perché la domanda? Perché se il sapere viene inteso diversamente da come sembra, forse v’è una possibile direzione diversa anche per la nostra vita. 
Un esempio. Domando p. e. se vi sia nesso tra il nostro cd. sapere e la cd. sapienza vedica o del cd. induismo. Le grandi linee storiche di quella cultura sono note. Nel corso del XX secolo a. C. gli arya (arii) invasero l’India e i loro veggenti (ṛṣi, rishi) videro il corpo di testi sacri che prese nome di Veda. Propongo un’immagine relativa a quel sapere – immagine non mia - “per sapere occorre ardere” (Galasso L’ardore p. 41). Si tratta di un’analogia. Cosa può suggerire? Se noi potessimo intenderla forse sapremmo qualcosa di importante, che non sappiamo? Potrei citare tanti altri esempi anche nostri o geograficamente vicini … come vogliamo chiamare tali saperi – come definirli? Non offrono essi indicazioni, rispetto a ciò che abbiamo a cuore – per la vita e per la morte? 
Forse la filosofia può darci una mano? E cos’è la filosofia, la nostra stessa tradizione filosofica, se non una molteplicità di strade di ricerca? I libri di filosofia che presentiamo partono da principi comuni e vi si attengono, proponendo una direzione. 

1) Tre concetti, un procedimento. 
- il tema-concetto dell’immagine – cosa intendo per immagine? Le immagini universali che si presentano all’esperienza – diciamo, in primo luogo, quelle percettive, ma non solo: immagini (ipotizzate) profonde o nascoste e influenti, immagini sacre, immagini come circuiti neurali: Damasio perviene a dire che gli stessi sentimenti sono immagini, nella modalità in cui egli, empiricamente, descrive e definisce le immagini. (due per la descrizione, uno per la sostanza – cit. a p. 68 Ontologia); 
- Se la filosofia può e deve fondarsi sulla mente, sarà della sua parte cosciente come del suo fondamento inconscio; dunque deve occuparsi dell’emozione, e questa può essere indagata e descritta. Si veda come la filosofia contemporanea ancora manchi in questo: proprio S. Natoli, un mio riferimento importante, afferma che l’emozione è irrazionale (p. 74 Etica) “le passioni sono irrazionali. Per non essere distruttive è necessario che vengano ordinate”). Ciò che è non razionale è irrazionale e dunque non indagabile? Non è questo il punto, secondo me: perché nel trattare le questioni secondo l’ordine di idee razionale/irrazionale si rischia ormai un falso dilemma (Heidegger: “l’odio … ” p. 65 Etica). Ma la passione, le emozioni, non il logos, ci muovono ad agire nel mondo. 
- E questo aspetto, per me e per noi, è associato alla sfera del significato (Hillman: dove c’è emozione, c’è significato, p. 47 Ontologia); perché, se questo mondo di cui parlo è mondo-per-me, allora, perché il mondo divenga per me significativo, è necessario che intervengano le motivazioni e quindi le passioni, che mi raccolgono e rendono lucido ai fini dell’azione nel mondo; dunque le immagini si presentano sempre dotate di una qualità, ovvero associate alle emozioni e al significato: il problema dell’associazione tra immagini, emozioni e significati è anche il problema della qualità dei nostri stati rappresentativi (qualia), e “l’intensità dell’emozione è il marcatore somatico dell’importanza relativa dell’immagine” (Damasio, cit. in Ontologia, 64). Un’immagine porta sensi: essa può tanto essere innocua quanto risultare fondante per la vita. 

Come si vede, se questa è filosofia, si tratta di un modo un po’ diverso di intendere la filosofia: proviamo a rileggere il nostro sapere (scienza, filosofia … ) e troviamo che la filosofia e più la scienza talora ignorino queste componenti, parlando di logica, di ragione o di intelletto … ma lo spirito non è solo queste cose! Ma allora cosa s’intende propriamente per pensiero/spirito, a mio parere? 

- In prima approssimazione: il procedimento o struttura di pensiero/linguaggio che fonda nel discorso l’uso delle immagini è analogia. I caratteri generali dell’analogia sono questi: che ha una struttura e che si serve di immagini. - l’analogia si serve di metafore o parole-immagine, e del procedimento del traslato metaforico – per non dire che genericamente: metaphéro, trasferisco … trasferisco, con la parola-immagine, significati; ma, di conseguenza, soprattutto, genera emozione … con le buone o potenti analogie … e azione. - La struttura dell’analogia è quella della proporzione, sia a due o a quattro termini, (A:B = C:D – Campana: l’esempio della poesia – p. 51 ontologia); 
- L’analogia fonda, con la logica, tutta la filosofia, campo del pensabile in quanto tale, da Eraclito e Parmenide in poi con Platone, Vico, Melandri (1968); 

2) Ma questi, ancora, non sono tanto i procedimenti del pensiero del tutto consapevole, quanto quelli dell’inconscio: ancora una volta, si profila il tema dell’ inconscio. Non è certo la prima volta che tale concetto compare, in qualche modo, in filosofia. La filosofia sta in parte prendendo atto di questa situazione: il pensiero/emozione può indagare tutto, perché è, in fondo, con-genere di ciò che sembra sfuggire al pensiero. 
E l’inconscio si rivela: - collettivo, non solo individuale ma intersoggettivo: l’immagine della madre luminosa – in Avatar: madre totale, psicofisica, collegamento universale degli spiriti/corpo. L’immagine della collana di Indra! Lo spirito è l’inconscio, allora? Siamo tutti collegati anche nel profondo! - creativo per il nostro mondo, attraverso le immagini/emozioni/significati, motivanti per l’esistenza. (Il progetto di Leibniz d’una characteristica universalis, che fosse mater inventionum – per una logica della scoperta, figura del trovare (invenire) umano, ars inveniendi, non è che quel modo semi- o in-consapevole, e creativo: si tratta della logica di scoperta sottostante alle fiammeggianti immagini e alle sorprendenti, euristiche analogie, motivato dalla spinta delle passioni, delle emozioni che raccolgono significati e in base a quelli dis- e ri-orientano la nostra vita, in scienza come in arte e poesia). 

Se sta nell’essenza della filosofia e del sapere anche l’essere creazione, fonte diretta o indiretta d’invenzioni meravigliose e del nuovo, vedere cose che ancora non sono, e che non sospettiamo – allora perché possiamo trovare gente nelle strade, negli ospedali come alla guida dei mezzi pubblici, nei palazzi della scienza e della politica, nelle scuola … senza prospettiva e quasi senza vita, come per una specie di assenza o di malattia dello spirito? 

Nel bene o nel male l’inconscio ci guida, offrendoci grandi passioni o grandi direzioni. Non l’intelletto può dirigere la nostra vita ma l’inconscio e le sue grandi passioni si servono dei nostri ragionamenti. 

Tutto il pensiero è in fondo, più che logico, emotivo e analogico. Non fraintendere l’inconscio: ma ascoltarlo bene – in realtà l’inconscio - ma soltanto esso - può condurre al porto delle immagini significative.

Letto 1187 volte Ultima modifica il Lunedì, 05 Giugno 2017 14:45